La domenica del villaggio
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...abbigliamento occupano gran parte dello spazio, contribuendo alla confusione generale della piazza e delle vie interessate dal ritrovo.
Osservando in cielo vedo gli aquiloni sventolare, controllati da fanciulli concentrati e divertiti dalla situazione.
Mi guardo intorno spaesato.
Perché durante la settimana tutto questo non c'è? Perché durante questa domenica di festa son tutti così gioviali e disponibili? Perché mi risulta tutto così asettico, così poco familiare?
Mi siedo sulla prima panchina che trovo, a fianco ad una signora intenta a dialogare tramite telefono cellulare con quello che, a quanto ho capito, dovrebbe essere suo figlio.
Prendo in mano il mio blocco note che tenevo nella tasca dei pantaloni, ed estraggo una penna dal giubbotto. Comincio a scrivere, ed a riflettere.
È la voglia di non pensare a rendere tutti così cordiali e disponibili verso il prossimo? I problemi che durante la settimana li assillano non gli permettono di esser liberi e sereni, minando di conseguenza i loro rapporti interpersonali?
È un tentativo di redenzione per i propri "peccati", o meglio, per cercar di lenire i propri sensi di colpa? Possibile che tutto ciò che di orrido, subdolo, meschino possono aver fatto durante la settimana sia così semplicemente rimovibile dall'animo, dalla mente, dal ... [segue »]
Composto martedì 29 dicembre 2009
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