Anna e il mare
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...corsa, seguito dalla sua padroncina che ansimava e a malapena riusciva a stargli dietro. La condusse verso il faro e si posò sugli scogli, in posizione d'attesa. Come per incanto, da quel mare nero come il petrolio, emerse una vela in lontananza, una vela bianca che Anna giurò di aver già visto. Si avvicinava alla riva e, man mano che sopraggiungeva, si poteva scorgere la sagoma di una figura umana, circondata da un alone di luce. Anna era sempre più emozionata perché quella persona assomigliava incredibilmente allo straniero che aveva incontrato sulla spiaggia e che poi se n'era andato con la promessa di tornare da lei con una sorpresa. Si. Ora lo vedeva meglio, era proprio lui assieme a Marco, l'uomo della sua vita. "Se non fosse stato per lui, mia cara, ora non sarei qui a raccontare questa terribile avventura! Questo signore mi ha salvato, quando ormai credevo di essere spacciato, poi mi ha curato e mi ha riportato da te. Gli devo la vita."
Anna ora capiva, quell'uomo misterioso era un angelo che era venuto a ridarle la voglia di vivere, portandole la cosa più preziosa che potesse desiderare: l'amore eterno. La donna abbracciò Marco che era sceso dalla barca, lo pregò di non andarsene mai più lontano da lei e, mentre ambedue si voltarono per ringraziare lo sconosciuto, questo non c'era ormai più, inghiottito nel buio. Guardando lontano si poteva scorgere una sorgente luminosa, che rischiarava la notte.
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