Scritto da: Filippo Armaioli

La Simbionte


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...l'acquolina era venuta così. Scese, uscì di casa seminuda (peccato non ci fossi) con una candela in mano a farle lume nella foschia, e fu allora che la sua casa si smembrò e divenne il Palco...
-bella sorpresa, mi stavi aspettando pure stavolta? -
-Perché gridi? –
-non sono io che grido, sei tu che parli con voce sommessa... -
-Dici davvero? -
-Prova a parlare come tuo solito, e io bisbiglio... -
-non volevo stritolarti, perdonami! -
-Visto che avevo ragione? Non ho nulla da perdonarti, perché non hai fatto nulla... -
-ti ho spiattellata! -
-Se lo avessi fatto, allora, com'è che son qui davanti a te che ti parlo? Scemo! –
-non gridare, ci scoprono! -
-non sto gridando, e'la voce ferruginosa! -
-farraginosa, vuoi dire?... -
-Sì, arrugginita... Buona, Ugo... -
e a quel punto comparve Ugo, appunto, che si era messo col padre di Victoria.
Venne a dire che a venire uccisa sotto le mani del Palco era Vera Victoria, l'amante di Wyctorjanaca. La quale folle di dolore si era messa a fare l'Ofelia, ma non in modo amletico, bensì stile Desdemona, come se non fossero nell'Otello di Shakespeare, però, ma in "Opera" di Dario Argento. Insomma, un dramma... un orrore... o una farsa, era questa pantomima? La ... [segue »]

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