Vita da cani
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...il barlume della speranza: avrei avuto pure io una famiglia e non avrei più sofferto per la solitudine. Era da poco passato mezzogiorno e aveva smesso di piovere. Ero appena uscita quando incontrai lo sguardo tenero di una bambina: la sua mano si allungò verso di me in una timida carezza che mi arrivò dritta al cuore, donandogli quel calore che finora gli era stato negato. -La chiameremo Ombretta - furono le sue parole, rivolta ai genitori che aspettavano all'esterno. Non feci in tempo a rendermi conto di quello che stava succedendo che mi ritrovai a bordo di un fuoristrada, in braccio ad Irene, la mia padroncina. Ero felice perché per me sarebbe cominciata una vita nuova, finalmente degna di essere vissuta. Arrivata a casa venni sistemata in una cuccia in salotto: era il massimo per me che ero abituata a dormire all'addiaccio. Mi venne subito offerto un pasto caldo dal sapore, a dir poco, eccellente: mai assaggiato niente di simile al canile. Finito di mangiare, però, dovetti sottostare al rito della spazzolatura che, ad essere sincera, non mi era affatto gradito. Avevo il pelo piuttosto lungo e mi si formavano facilmente dei nodi che andavano tolti. La spazzola aveva ... [segue »]
dal libro "Dedicato a te" di José Van Roy Dalí
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