Scritto da: Maddalena Letari

Spaghetti al Dente


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...una stupida a crederlo. Rideva. Col tempo le mie forme si erano addolcite. Laura mi truccava sempre prima di entrare in ufficio, divertendosi come e più di me in quell'ingenuo rito. Capii l'effetto della mia trasformazione quando il Rag. Ponti mi chiese se potevamo andare a prendere un caffè, ma gli mostrai semplicemente la mia mano sinistra e la mia fede, senza aggiungere altro. Da quel momento si era limitato a guardarmi da lontano, con rispetto. Con lo stipendio in più, gli straordinari non erano così indispensabili, cominciavo ad avere un po' di tempo anche per me; non avrei mai letto tutti i libri che mio marito riponeva nell'unico mobile di valore di casa nostra, ma quando non c'era li sfogliavo. I suoi maudits continuavano a non piacermi, avevo, però, scoperto Hemingway e poi Amado e poi King. Più leggevo, più riuscivo ad entrare nelle dotte conversazioni di mio marito, suscitando la sua consueta ilarità. - Perché non scrivi le tue opinioni ad Intimità? Lì ti darebbero sicuramente ascolto. Mio marito, non riuscivo quasi a dirlo tanto quel senso di appartenenza mi faceva star male e bene all'unisono, come in una sinfonia che ti fa piangere tanto è bella. Avrei ... [segue »]

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