Spaghetti al Dente
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...voluto un figlio, ma non era mai il momento giusto, i suoi tempi non erano i miei. Il mio amore non si è mai incrinato ed è sempre bastato per tutt'e due. Fino a questa sera. Anche per una stupida come me, il biglietto che avevo trovato nella tasca della giacca era fin troppo chiaro: il numero di telefono e il messaggio inequivocabili. Ricordo che mi chiesi solamente se era bionda o bruna. Ho preparato spaghetti al dente per cena, sono andata dalla parrucchiera e mi sono truccata per bene, ho messo un vestito rosso attillato, quello che avevo comprato in svendita, ma che non avevo ancora avuto il coraggio di indossare. Entrando in casa non mi ha quasi riconosciuto: è sempre stato un tipo un po' distratto.
Poi ha fischiato e mi ha dato una pacca sul sedere. Spaghetti? E neanche scotti! Ma cosa succede questa sera? Il mondo si è proprio capovolto, e cosa ti sei messa in testa mogliettina? Il vestito rosso, il trucco accentuato: vuoi sedurmi? Abbiamo cenato, ma non ho toccato cibo parlandogli dell'ultimo libro che avevo letto. King? Ma è paraletteratura, robaccia da adolescenti. Ha cominciato a tossire.
Mentre mi versavo un altro bicchiere di vino rosso, ho finalmente visto la paura farsi avanti in quegli occhi sempre troppo sicuri. "Chi sei?" Mi ha chiesto rantolando. Ho bevuto con calma e goduto delle espressioni che passavano sul suo viso, l'ultima racchiudeva un perché sbalordito. Evidentemente, per certe cose, è, era più stupido di me.
dal libro "Trascurabili dettagli" di Maddalena Letari
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