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...In quel periodo diventammo grandi amiche. Ricordo le serate passate a ballare fino a tardi. Al tuo rientro il proprietario dell'albergo dove alloggiavi stava già sotto le coperte e si seccava di aprire a quell'ora insolita; ecco allora che tu, ebbra di piacere e di vino, picchiavi con insistenza alla porta e lui si affacciava in pigiama: "Professoressa, le sembra questa l'ora di rientrare? Per stavolta apro, ma che sia l'ultima!" Ma l'ultima non sarebbe stata, conoscendo la tua esuberanza e la tua voglia di strafare. E che dire delle serate passate al bar adiacente l'albergo? Quello era il punto di ritrovo degli uomini del paese. Di donne eravamo solo te ed io che, per rimanerti vicina, mi sacrificavo a sopportare la chiassosa gente che lo frequentava e la puzza di fumo che invadeva l'ambiente. Tu conoscevi tutti gli avventori ed una sera ti scoprii appartata in una saletta a fare giochi d'amore col peggiore di tutti, che io detestavo. Feci una fatica enorme a far finta di non vedere; dopo poco eri di nuovo in mezzo agli altri, come se nulla fosse accaduto. L'oste continuava a versare vino ai tavoli e tu, quasi sbronza, cominciasti a intonare "Calabresella", il ... [segue »]
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