Scritto da: Andrea Manfrè

Breve storia di Gino e del suo brutto male


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...e neri, si erano alla fine salvati dalle tenaglie, ma a sentire il dentista era stato un azzardo lasciarglieli in bocca e almeno una ripulitina bisognava pur dargliela. Eccolo parcheggiare la 127 fiat tenuta come un gioiellino. Il vecchio Gino era stato un bell'uomo e vedere quelle smorfiosette di ragazzine guardargli in bocca, mentre il dentista compiva il suo più che grato lavoro, lo metteva alquanto a disagio. Dovevano fare l'impronta; un altro appuntamento per la prova finale e poi finalmente se ne sarebbe uscito con la sua bella dentiera sopra e sotto. Uscì dallo studio medico e sputò sul marciapiede un fiotto del cattivo sapore della pasta per impronte mista al dolciastro del sangue che gli insaporiva il palato. Gino sapeva che non avrebbe campato a lungo e si chiedeva il perché di questo martirio per la dentiera. Morire sotto i ferri senza denti, pòro Gino! «Che brutta fine -si disse- Meno male che la Rosa mi ha già lasciato». E la mente, incerta, ripercorse frammenti di quando con la Rosa andavano a ballare finita la guerra. «Ci invidiavano tutti. Peccato per il figlio che non potevi avere». Pòro Gino! Non aveva fatto un centinaio di metri che dei ... [segue »]

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