Il libriccino rosso
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...avesse spesi i soldi la sua famiglia per farlo studiare, invece di andare ad ammazzarsi di lavoro per contribuire al pane di casa... e questi qui, i ragazzi d'oggi, che avevano tutto (ma proprio tutto, eh! il motorino, il cinema, la discoteca, la pizza e quelle cuffie strane, incollate sempre alle orecchie, che ne costavano di skei, eh!) questi qui, insomma, invece di apprezzare la cultura che avevano la fortuna di vedersi servita sul piatto d'argento... ecco...
- Vedi lì... buttati vicino al cassonetto!
Pietro se li prese e li portò a casa.
C'era un libro di religione, due di fisica (teoria ed esercizi), due di latino, altri di lingua straniera (Pietro pensò "Inglese?") e poi il libricino rosso squinternato.
- Elena Rovelli... Chi xela... ea scrive come il Carducci... - pensò Pietro, che il Carducci se lo ricordava, perché le lunghe poesie da imparare a memoria erano il suo incubo durante i pochi e confusi anni scolastici.
Comunque, Pietro lesse le poesie di Elena, qualcuna non la capì, ma quella dedicata alla mamma (e ti rivedo china/ sul lettone/ ove bambina/ mi rifugiavo lesta...) la capì e si commosse e quel libro rosso e squinternato trovò posto sul suo ... [segue »]
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