Scritto da: Concetta Antonelli

Il libriccino rosso


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...comodino e tutte le sere rileggeva la poesia per la mamma e pensava:
- Che bea che xe... Voleria dir anca mi'ste cose a' me' mama...
Dieci anni il libro rimase lì.
Poi Pietro morì e la sua casa fu venduta, mobili e tutto, dai due figli, quello laureato e quello diplomato (che nemmeno venne al funerale, perché aveva riunione al sindacato, roba di licenziamenti e, pace all'anima del povero papà, la vita è vita e il lavoro è lavoro...).
Il rigattiere selezionò le povere cose di Pietro e il libricino finì nelle mani di un ambulante, di quelli che girano per i mercati: tre libri mille lire, oggi un euro.
Gianfranco era molto seccato quella mattina... ma quando Millì, sua moglie, si metteva in testa qualche cosa...! Miseria... non c'era modo di dissuaderla!
E così erano al mercato, tutti e due, dopo sarebbero passati da Vanna, la figlia e si sarebbero goduti un po' i nipotini: ormai il piccolo, Gianni, doveva averla imparata la poesia di Pasqua... che intelligenza quel bambino.
Al mercato tutti e due... quando mai... Millì incontrava sempre centomila amiche e conoscenti con cui doveva commentare minuziosamente mercanzie e pettegolezzi del giorno, lui restava indietro, da ... [segue »]

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    Scritto da: Concetta Antonelli
    Riferimento:
    Racconto breve, per sorridere.

    Commenti

    2
    postato da , il
    ti ringrazio e ti accontento subito...
    1
    postato da , il
    Complimenti, mi è piaciuto davvero molto!
    Spero in una continuazione :)

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