Il libriccino rosso
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...comodino e tutte le sere rileggeva la poesia per la mamma e pensava:
- Che bea che xe... Voleria dir anca mi'ste cose a' me' mama...
Dieci anni il libro rimase lì.
Poi Pietro morì e la sua casa fu venduta, mobili e tutto, dai due figli, quello laureato e quello diplomato (che nemmeno venne al funerale, perché aveva riunione al sindacato, roba di licenziamenti e, pace all'anima del povero papà, la vita è vita e il lavoro è lavoro...).
Il rigattiere selezionò le povere cose di Pietro e il libricino finì nelle mani di un ambulante, di quelli che girano per i mercati: tre libri mille lire, oggi un euro.
Gianfranco era molto seccato quella mattina... ma quando Millì, sua moglie, si metteva in testa qualche cosa...! Miseria... non c'era modo di dissuaderla!
E così erano al mercato, tutti e due, dopo sarebbero passati da Vanna, la figlia e si sarebbero goduti un po' i nipotini: ormai il piccolo, Gianni, doveva averla imparata la poesia di Pasqua... che intelligenza quel bambino.
Al mercato tutti e due... quando mai... Millì incontrava sempre centomila amiche e conoscenti con cui doveva commentare minuziosamente mercanzie e pettegolezzi del giorno, lui restava indietro, da ... [segue »]
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