Le identità
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...ammiccante.
"Certo che non lo so" risposi stizzita "la sola cosa che so è che ci somigliamo in modo impressionante! Mi sembra quasi di guardarmi allo specchio! Forse se ci fossimo incontrate per strada non ci avrei badato, ma lei è venuta qui, mi ha aggredito...".
"Aggredito!?" la sconosciuta spalancò gli occhi, guardandomi con aria innocente. "Aggredito?" ripeté "Per essermi seduta sulla panchina di un giardino pubblico, averti salutata educatamente e averti chiesto se potevi accendermi una sigaretta? Via..." La donna scosse la testa, poi aprì la borsetta e, preso un piccolo accendino d'oro, dette fuoco alla sigaretta lunga e sottile che teneva in mano.
"Ecco, lo vede che era una scusa!" ripresi con tono maligno.
"Ma che noia!" sbottò l'elegante signora, sbuffando ed esalando una boccata di fumo azzurrino, poi, poggiando una mano sulle mie:
"Vedi, Roberta, questo è il guaio: sei noiosa, chiusa, permalosa... per forza sei scontenta della tua vita! Mai uno slancio, un pizzico di brio, un po' di disponibilità verso gli altri... sempre le stesse cose, gli stessi gesti, lo stesso egoismo, gli stessi posti! Ti rendi conto che sono dieci anni che non cambi negozi?".
Scattai in piedi "Che c'entrano i negozi, accidenti! ... [segue »]
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