Pensieri per Anna
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Anna, figlia mia.
Te ne sei andata sbattendo forte la porta, con tutta la rabbia e tutta la passione che si provano ancora alla tua età.
Nei miei occhi qualche lacrima, ma anche, sulle labbra, un sorriso leggero, perché sono vecchia e lo so già che tutte le tempeste trovano un porto dove acquietarsi, prima o poi. Ho imparato che tutti i giorni il sole nasce e tramonta e che l'anima non muta mai completamente nei suoi slanci d'amore o di odio. Questa è la consapevolezza della maturità, è il compromesso con la battaglia del vivere, è l'accettare gli eventi con quel senso di ineluttabilità che a te, ora, sembra manìcanza di forza e, forse, lo è anche un po', ma è ciò che ti permette di andare avanti, perché guardi l'orizzonte e non solo in basso, lungo il percorso che stai compiendo.
Mi sovviene di quando sei nata, Anna.
"Mammà, presto! Chiamate la levatrice... si sono rotte le acque...". Così dissi a mia suocera quella mattina. Eravamo nel dopoguerra, vivevamo a casa della famiglia di tuo padre: non potevamo permetterci di pagare un affitto. E tu ci sei nata in quella casa, fra il cicaleccio delle donne di ... [segue »]
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