Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...villetta e sollevata pian piano verso il cielo, tra le nuvole con sopra i loro corpi nudi. Nonostante non fosse vestita in maniera provocante, il vecchio, avendola vicino, non poteva non rimanere catturato e stordito dalla sua sensuale freschezza, dall’impeto della sua gioventù, da quell’esplosione di gambe, di seni, di bocca, di occhi, di sguardi, di labbra, da quella grazia di Dio, insomma. Era troppo per un vecchio come lui. E Fia ammirava soprattutto quelle sue rughe trovandoci in esse la reminiscenza di una lontana figura paterna e poi quelle mani callose così diverse dalle sue morbide e lisce, quel suo odore in un certo senso di sporco che contrastava con il profumo ch’emanava lei ma che lo rendeva ai suoi occhi, intrigante, selvaggio, animalesco, peccaminoso. L’effetto che si procuravano l’un l’altra guardandosi, valeva assai di più delle chiacchiere della gente di paese e di qualunque altra possibile conseguenza. Era chiarissimo che si piacevano, si capiva da mille miglia lontano. Qualunque osservatore, dovendo valutare o giudicare l’intesa di quel vecchio con quella ragazza, ne sarebbe rimasto scandalizzato considerandola assolutamente sbagliata e fuori da ogni regola o logica, non l’avrebbe mai e poi mai potuta approvare per mille motivi. Lo stesso ... [segue »]

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