Scritto da: CLAUDIO CISCO

Il vecchio e la ragazza


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...a meno di muoversi, di dimenarsi come un’ossessa, il piacere era troppo forte, troppo intenso per poter star ferma. Afferrò il cuscino con le residue forze che le erano rimaste, lo strinse forte sulla sua faccia come volesse soffocarsi, poi appoggiò le labbra su un angolo dello stesso e lo succhiò come un neonato attaccato al biberon o al capezzolo della mamma. Era l’unico e solo modo per non urlare, per non impazzire dal piacere. Come una bomba atomica, come fuochi d’artificio, tutto quel piacere toccò il culmine ed esplose nella maniera più naturale possibile, sotto forma di umori, di uno strano liquido che a Fia sembrò come una dolce ricompensa che il suo corpo le aveva dato ringraziandola per il piacere ricevuto, poi la piccola s’abbandonò, chiuse gli occhi restando così, emise un lungo respiro che andava scemando sempre più, il cuore cominciava a rallentare e a normalizzare i suoi battiti e il suo respiro diventava sempre più regolare. La mente era confusa, era stata troppo intensa l’emozione provata, era la prima volta, per questo sconvolgente, sconosciuta, inebriante. Nella sua breve vita, nulla le aveva dato un’emozione più bella e forte di quella appena provata. Quel giorno Fia non ... [segue »]

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