Scritto da: CLAUDIO CISCO

Laila


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...le scale prendendo l'ascensore che trovammo già pronto per noi, come fosse nostro complice e non volesse farci perdere del tempo prezioso.
Entrammo in esso e in quei secondi che passammo lì dentro, io mi convincevo sempre di più di amarla. L'amore che credevo di sentire per Laila in quel momento e dentro quell'ascensore, era per me molto più importante di un possibile rapporto sessuale fine a se stesso, io quella ragazza ero desideroso di sposarla quando sarei diventato maggiorenne.
Arrivammo al secondo piano, mi spiegò che la casa era in affitto e che il cognome che vedevo nella targhetta della porta non era il suo ma della padrona di casa. Sapevo che si era lasciata da poco col suo fidanzato e che non l'amava più, l'averlo sentito direttamente dalla sua bocca quando eravamo seduti in quella villa, mi ha reso felice, non avevo più nessun rivale in amore, niente sofferenze per gelosia, lei poteva essere mia e soltanto mia. Avrei voluto chiederle informazioni circa la sua famiglia, se avesse ancora un padre o una madre o li avesse persi entrambi, se avesse fratelli o sorelle o fosse figlia unica, se lavorasse ed eventualmente dove ed altre notizie di questo ... [segue »]

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