La cena degli zii
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...solito non lascia le chiavi vicino all'agenda ma le mette dentro la tasca del grembiule.
Sarò stano... mah.
Mi distesi sul divano a forma di L che occupava tutto il salotto
- Vedi?
- Cosa?
- Dicevo... il divano... l'abbiamo fatto fare su misura da Paolo l'artigiano. Lui lo chiamava l'artigiano, era su cognato.
Ero stanco, alzai le braccia. Inavvertitamente scostai una tenda.
- Rossa?
- Sì, sei sorpreso
- Direi che c'è molta luce i questa stanza e allora...
- Il rosso nasconde.
- Scalda.
- Filtra.
Franco offrì un Campari e soda su un vassoio d'argento. I bordi del bicchiere erano intaccati da un legger principio di muffa.
- e così hai deciso di trasferirti.
- Sì zio.
- Lavorando come stalliere.
- Penso che sia una buona opportunità, non capita tutti i giorni.
- Già, bofonchiò
- D'altronde è solo un lavoro ben remunerato
- Poco già, ripeté
- Mi ospitano tutto i giorno offrendomi anche 200 euro a fine mese sempre che tutto fili per il verso giusto.
Sentivo il bisogno di alzarmi.
-Vieni ti offro qualcosa da mangiare.
- Non si sa mai...
- Certo, fai bene a rivangare.
Aveva ragione ma non riuscivo a dimenticare quella volta che assieme ai miei cugini ... [segue »]
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