La cena degli zii
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...mi defilai per andare a vedere la laguna, di soppiatto e d'accordo con la zia.
Solo che lei si dimenticò (deliberatamente) di infilare i pranzo al sacco nello zainetto.
Dopo una estenuante giornata al cospetto di un solo torrido dei ragazzi indisponenti fummo costretti a farci prestare i soldi da un indolente vivandiere.
- Bene - dissi. Accetto e ne approfitto.
- Mi offrii un piatto di succulenta minestra di fagioli.
- Le cotiche non ci sono.
- Direi.
- Se le sono mangiate i con-fratelli!
Il tono era ironico, l'intercalare sillabico ma netto.
Mentre parlavamo si affacciò Giorgio.
- Sei ancora tifoso del Treviso - gli chiesi.
- Puoi ben dirlo - replicò. Sai stupirmi.
- Il calcio è una droga.
Trasalii
Droga.
Proprio così
Giorgio era il più giovane della famiglia.
Da piccolo soffriva di una strana forma di depressione: talvolta quando sua madre si avvicinava lui si accucciava, piegandosi in avanti come un muezzin durante la preghiera.
La madre cercava di distoglierlo da questa coazione ma spesso ne otteneva il l'effetto contrario.
Giorgio aumentava il suo dondolio e inframmezzava questo movimento con dei singulti dapprima impercettibili e poi sempre più eclatanti come le cascate di Recoaro dove si recava quasi ... [segue »]
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