Scritto da: Cleonice Parisi

Carpe diem


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...erano inondate le tue stanze, amore avessi saputo che rondine eri, non avrei serrato i cancelli del tuo mondo, perdona questo essere stolto, altro non desio che sonno eterno, nei pressi del tuo volto ormai spento.

Un giorno decidesti di volare via, la primavera soffiava leggera, dovesti desiderare di vivere allora, la notte scese complice dei tuoi pensieri, le stelle nascosero i loro occhi, quel dì anche la luna si era vestita di nuvole per non vedere un volo che nessun vento avrebbe sostenuto.

Fingesti per l'ultima volta d'esser mia, mai staccasti i tuoi occhi dai miei, avrei dovuto capire che il tuo saluto altro non era che un addio.

Salisti le scale della torre e da lì spiccasti il tuo ultimo volo, il vento gonfiò la candida e bianca camicia da notte. Come un fiore reciso la fredda pietra ti accolse, i tuoi occhi nel mentre cadevi chiedevano perdono a me che ero stato il tuo carnefice, le mie urla sprofondarono negli abissi della terra, terra che ora accoglieva il tuo ultimo gemito.

Le nostre mani strette per l'ultima volta, uno spasimo di dolore e tu non eri più.

Morire per me è troppo poco, reo di aver reciso ... [segue »]

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