L'altro giorno il mio professore ha detto che quando la nostra vita si unisce a un'altra persona, diventiamo un noi e che quando poi ci lasciamo, soffriamo perché il nostro io si frantuma.
Quindi dobbiamo ricominciare a prendere tutti i nostri pezzi e ricrearci.
Questo in adolescenza può segnare un grande stato di depressione perché già l'adolescente non sa chi è, figuriamoci se deve rimettere a posto quel poco che capisce di se stesso.
Ovviamente questa è la visione psicologica-scientifica di quello che ci accade, ma in un certo senso mi fa piacere pensare che la sofferenza derivi solo da un fatto di un io frantumato.
Perché potrebbe significare che si può ricominciare piano piano, che è grazie a queste esperienze che tu conosci te stesso.
Il lato brutto dell'amore o del io è che ogni volta che vieni ferito, divieni più duro, ti crei una barriera.
Non esisterà mai più quell'amare come quando hai amato per la prima volta, non sarai mai più fragile come lo sei stato la prima volta.
È incredibile pensare che la vita ti porta a desensibilizzarti, che ti spinge ad aprire il cuore solamente per renderlo forte alle botte, che ti porta a cercare di conoscere te stesso creando una confusione nel tuo profondo...
Il mio professore mi ha fatto molto pensare su questo argomento e alla fine sono arrivata a una sola conclusione:
Io non so se è vero il fatto del io che si frantuma, ma so di certo che io e te eravamo un noi.
Composto lunedì 15 marzo 2010
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