L'eterno bambino
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...cerco dentro di me un coraggio di chiedergli come mai sta piangendo? Alla fine della mia inquisizione, il poverino smette di piangere ma non mi risponde, non subito, comunque percepisco la sua introspezione, mentre immagino cosa stia pensando. Lui mi scruta, mi scava nel profondo degli occhi, vuole leggermi l'anima e capire se la mia compassione che gli ho appena mostrato è davvero sincera. Dopo qualche attimo, mi risponde con un tono scoraggiato, abbinato a un disarmante sarcasmo, mi dice tutto d'un fiato: "Ma che strano che ti interessa sapere come mi sento dentro, in passato mi hai sempre evitato, come se io rappresentassi il peggiore dei mali o il tuo più grande problema esistenziale! Che cosa è cambiato con il tuo recente cammino? Non è che hai finalmente compreso quel senso perso da qualche tempo o, non mi dire, ha ritrovato la tua anima!" Sentendo quel discorso, mi sono messo a piangere come un suo caro fratellino, senza riuscire a trattenere le pesanti lacrime che adesso sgorgano, dai miei adulti occhi. Gli rispondo come posso, con una voce da oltretomba: 'Mi dispiace, mio carissimo, non volevo farti del male, non era mai stata la mia intenzione, non volevo segregarti ... [segue »]
Composto lunedì 12 agosto 2013
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