La musica aveva parlato per loro
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Entrarono da due porte opposte, dello stesso vagone della metropolitana, e si diressero nel mezzo di esso quasi all'unisono. Si fermarono di fronte a me. Erano belli nel loro essere diversi. Diversi da chi? Diversi dal solito, forse. Lui aveva i capelli biondi, lunghi, in una coda morbida lasciata cadere sul giubbotto di pelle. Lei li aveva corvini, corti, con un ciuffo ribelle. Aveva tanto eye-liner. Lui al contrario era biondo anche alle sopracciglia. Il bianco e il nero. Si fermarono di fronte a me, ma nella loro testa la musica li avvolgeva. Lui si vedeva, era un tipo da rock anni '80, muoveva leggermente i polsi a imitare la batteria, sorrideva sotto i baffi biondi, mimava le parole con la bocca; un attimo chiude gli occhi come a perdersi nel suo strumento. Lei era seria, cupa, probabilmente aveva una ballad metal a cui aggrapparsi in quel momento, lo si poteva intuire dal trasporto con cui mimava gli assoli di chitarra e con cui cantava silenziosamente. Erano belli, erano di fronte a me, e distoglievano lo sguardo quando incrociavano i loro riflessi nel vetro scuro del metro. Lui malizioso, lei imbarazzata. Una, due, tre fermate, io avevo perso la mia,... [segue »]
Composto domenica 28 aprile 2013
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