Fra sogni e realtà
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Dal momento in cui riesco a ricordare la vita, dal mio punto di vista di bambino non era male, vivevo e questo era più che sufficiente, almeno credevo io.
Mi piaceva vedere il sole ogni mattina, l'asfalto nero e bollente riscaldava i miei piedi nudi di adolescente, la solitudine era la mia amica, quella con cui parlavo maggiormente, anzi non parlavo, mi capiva senza dire niente.
Avevo tanti giochi che mi offriva ogni giorno la natura, hai mai provato a ruzzolarti sull'erba di un prato e sentire il profumo anche dell'ultimo filo d'erba nato? Abbracciare il vento che sussurra attorno e con le mani larghe stringerlo forte finché svanisce, guardare un fiore mentre nasce, salire su un albero piano piano e lasciarsi dondolare appeso a un ramo.
Poi, stanco, riposavo su quel manto tutto verde ben nascosto dalle piante, con gli occhi stretti e chiusi respiravo la natura, mentre il canto degli uccelli mi portava via di lì, in quei sogni più belli che si trovano nei film.
Le ore e il tempo passavano inesorabilmente e il mio risveglio era come ogni giorno, avevo il desiderio che fosse tutto vero, non capendo mai quale fosse il sogno e la realtà,... [segue »]
Composto martedì 1 marzo 1988
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