Scritto da: Alessandro Lemucchi

Lettera a Pietro, mio padre...


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...non fa il monaco" ma è quello che tutti guardano. Arrivarono poi gli anni della disperazione, dopo la morte di mamma. Avevamo un dolore differente, neanche in quello ci siamo accomunati. Il tuo tormento lo sfogavi contro la sorte, perché non avresti mai immaginato che il tuo faro si spegnesse prima di te: lei era molto più giovane, lei era il tuo riferimento. Ti sei lasciato andare, ti sei consumato come una candela che non ha più ossigeno per vivere; ed in un freddo mattino d'inverno te ne sei andato in punta di piedi, senza dar fastidio a nessuno. Ora che sono in età matura, quelle nostre liti mi sembrano siano state inutili e, quando ti penso, rivedo te mentre porti a spasso, orgoglioso, il tuo primo nipote Andrea, con il passeggino ai giardini, come facevi con me quando ero piccolo. L'unico rammarico è che non hai potuto conoscere il tuo secondo nipote Valerio. Sono convinto che li guardi, dovunque ti trovi, e ne sei orgoglioso.
Ciao papà.
Composto sabato 19 marzo 2016

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