Scritto da: Andrea Manfrè

Così beffai la morte con una fetta di torta


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...trasgressione ci stava bene, e poi a forza di seguire il regolamento ecco come si era ridotta, che una volta, nella notte dei tempi, era considerata una signora avvenente, adesso solamente qualche pazzo pervertito la trovava ancora bella. Si decise; magari avrebbe ripreso un po' di colorito così tutti quei malcapitati avrebbero fatto meno storie. Masticò lentamente perché non c'era più tanto abituata. Veramente squisita, si lasciò andare. E poi c'era quel retrogusto amarognolo in contrasto con il dolce della crema; una gran raffinatezza anche se quell'amaro a dir il vero le ricordava qualcosa. Solo quando ormai fu all'ultimo boccone in un lampo capì cos'era quel retrogusto amarognolo: cianuro. Ma com'era possibile, c'era cascata come una principiante, e sì che con il cianuro, ai suoi tempi, ne aveva strappate di vite. Certo lo sappiamo tutti quanti la morte non può morire, però i mal di pancia vengono anche a lei. Infatti colpita da una fitta lancinante si portò entrambe le mani al ventre, lasciando la stretta intorno al cuore del malcapitato, e piegata in due, incominciò a imprecare contro tutte le mogli che cercano ancora di avvelenare i mariti con il cianuro. Intanto il signor Gatti, ringraziando Dio, la Madonna compresi tutti gli Arcangeli e anche i Santi per non far torto a nessuno, se la svignò dalla porta di servizio.

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    Scritto da: Andrea Manfrè

    Commenti

    2
    postato da , il
    Mi fa piacere, Danielina...
    Grazie per il commento alla storia che ho inserito
    1
    postato da , il
    ihih bellissima qst storia...:-)

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