Perché sono diventata scrittrice

...angelo a darmi un bacio. Era la buonanotte che attraversava la mia fronte e il sonno sempre più profondo lottava la resistenza verso l'infinito filare e zoccoli da costruire. Di legno e a punta! Per tutti quelli che li volevano o per gli gnomi non so. Mariuccia perdeva i peli sulla faccia e la nebbia attraversava il mio cielo. Calde lenzuole fresche di bucato e un pigiamino rosso si confondevano nel beato sonno trionfatore. Non ho mai visto spegnere la luce sul mio giorno né ho conosciuto la fine di quelle storie per me sempre nuove. "Rileggi la fiaba di ieri ti prego perché non l'ho sentita tutta!" Dopo poco l'affondo crudele. Ho dormito la pace dei fanciulli e non ho potuto comprendere il futuro. Esistono principi che sposano fanciulle. No, principesse! E con loro essi vivono il sempre della felicità. Io dunque, dovevo conoscere il più bello dei principi e vivere la favola infinita. Non è andata così nella mia storia. Scappò il mio principe e mi lasciò credere di essere io colei che sposa la fiaba. Oh, No! Io sono protagonista e principe di me stessa in una storia dove tutti possono prendere la via che preferiscono e le cose finiscono come incominciano. Come allora non conosco la fine di questa avventura di ascoltatore di fiabe a metà. Nessun finale dunque. Il futuro è sempre da scrivere. Io posso andare a Dx e la storia essere rivolta verso Sx. Posso tuffarmi a capofitto in un'avventura e decidere quale direzione fargli prendere. Una fortuna incredibile!
La libertà di essere foglio, penna oppure l'anima del mio scritto, lo è sempre.

Francesca Genna

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