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...è nel rigore con cui esse le emotività, si gradiscono e si subiscono, che siamo profondamente veri, nel sentimento del mio essere e nella mia fatica.
E qui che apprendere di esistere, e crederci, a ciò sia a importante oppure no! Se non c'è rilevanza in me, a escludere dalle peculiarità e virtù, ma solo per il fatto di sussistere, non riuscirò a vedere neppure intorno a me e di fatto poter donare poco. È di grande interesse tutto ciò che mi oltrepassa è lì che evidenzia il mio impulso vitale, è lì che c'è la vita.
Sono la vita ha acceso un lume dentro di me, non va condannato ne trascurato, e neppure considerato poca cosa. Sono gli arnesi per vivere, e la celebrazione della vita stessa. Se vedo il centro in me, e la relazione con me stessa fino ad ad arrivare ad amarla, prenderà consistenza dalle mie, virtù e difetti.
Continuerò a seguire le mie inclinazioni, sia che siano produttive, o puramente fine a se stesse. Così ci può essere fertile e realizzabile, che è qualcosa che si apre verso il mondo.
A questo luogo se la vita non è più all'esterno di me, non esiste più ne fuori e ne dentro, o a persone o a gruppo, ma riguarda all'universo. E l'universo a me, e non ci sarà proprietà privata, non si può... comprare niente.
Composto domenica 1 gennaio 2006
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