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...nel guardare i vostri sforzi, le vostre lacrime, la vostra solitudine, ho pianto nel vedere le città deserte, ho pianto davanti ai morti ed ho pianto davanti ai sopravvissuti, già! Davanti a tutti voi che timidamente rimettevate i primi passi fuori dalle vostre abitazioni e che coraggiosamente tornavate a riabbracciarvi per ritornare uniti, per ricostruire, per essere più forti di prima.
Non so se erano lacrime di gioia nel vedere il mio antenato ritornare a vivere, o di dolore nel vedere la vostra sofferenza... ma ho pianto.
Volevo scendere dalla navicella per abbracciarvi, per dirvi quanto siete stati meravigliosi, ma non era possibile.
Sono riuscito a lasciarvi però questa lettera, affinché la possiate leggere e farvi sapere cosa ne sarà del futuro e del nostro meraviglioso mondo.
Non si può morire senza sapere se n'è valsa la pena.
Noi siamo qui vivi e liberi e Vi amiamo con tutto il cuore per quello che avete fatto.
Grazie
Fabio, da una delle città più belle d'Italia. Aprile 2220.
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