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Il commissario guardò fuori dalla finestra e vide rischiararsi la parete grigia della palazzina di fronte. Si sentì stanco e sfiduciato, intento ad accendere l'ennesima sigaretta. Lo schermo del computer stava in attesa e assomigliava allo sguardo fisso e apatico dell'appuntato Efisio Serra, pronto ad obbedire ai comandi, senza chiedersi il perché. Il commissario sorrise tristemente e alzò la cornetta del telefono. Gli rispose l'agente Serra col suo inequivocabile accento sardo. La sua voce era appannata dalla mancanza di riposo a causa del turno di notte. Sentì poi bussare alla porta. Il commissario si stupì del vassoietto che il poliziotto reggeva tra le mani, ma l'aroma del caffè gli aprì le narici. Lo sorseggiò appagato, mentre Serra rimaneva sugli attenti, rigido come se l'avessero impalato. Il commissario gli disse di sedersi e di aggiornarlo sulle telefonate ricevute. Poche, in verità, ed una alquanto strana, secondo il parere di Serra. Gli riferì che una voce d'uomo contraffatta aveva pronunciato delle frasi inquietanti (il commissario sapeva che Serra aveva una memoria formidabile): - Al n. 81 di Via Ponchielli, al 3° piano, un uomo sta copulando con una donna. Le tende non sono tirate ed io vedo da casa mia questo spettacolo ... [segue »]
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