Una notte
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...ma solo un rosso accecante. Un rosso sangue, un rosso speranza. Quella speranza che non muore mai nonostante la scenografia plumbea. Per noi il mondo è stupendamente atroce e la vita è felicemente triste.
Entriamo nel locale. Le note rimbombano contro le mura, come l'alcool nei nostri stomaci. Un odore acre nell'aria inebria i nostri sensi. Poca luce, tanta speranza. Pochi vestiti, tanti desideri.
Come il desiderio di sfondare quel muro e di entrare in un'altra dimensione dove sei te stesso. Dove sei te stesso con gli altri e con te stesso. Dove non ci sono schemi predefiniti. Dove puoi volare.
Come il desiderio di lasciarti tutto alle spalle. Ascoltare la musica. Voler bene tutti. E dimenticare.
Dimenticare i tuoi. Le macchine. I cartelloni pubblicitari. La tua ragazza. I computer. Le fabbriche. I soldi. Il professore. La pensione di tuo nonno. Il cemento. La televisione. Il viaggio organizzato. La scuola. Il motorino nuovo. Il pusher di tuo padre. L'analista di tua madre. Il lavoro precario. Gli assassini. L'Africa. La musica pop. Il grande fratello. Dolce e Gabbana. I test di ammissione. L'America. Il posto in centro. La Birmania. Bin Laden. Lo stage. Il master. Il lavoro per forza. Il lavoro a tutti i costi anche a costo della tua felicità. Dio. Mc Donald.
Come il desiderio di sfuggire e pensare solo ecstasy.
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