"Appaio quindi esisto", triste e anche di più! In tanti hanno rinunciato alla propria individualità, privilegiando una immagine stereotipata da mandare avanti sempre e comunque. Per entrare a far parte di certi ambienti, quelli che il ceto medio definisce "che contano" devi omologarti al pensiero e possibilmente scopiazzare i gesti di coloro che "ce l'hanno fatta". Poco importa se non condividi nemmeno una briciola del loro "esserci", quel che conta è farne parte, poter salutare il personaggio, presenziare agli incontri pseudo intellettualmondani, arrivando all'evento con un auto che finirai di pagare tra vent'anni. Però ci sei ed è questo che conta.
Far ciò implica un notevole dispendio di energie ed una attenzione ai limiti della paranoia, devi misurare anche le sillabe, eliminare certe posture "comode" per evitare di lanciare messaggi etichettati come negativi dalla comunicazione non verbale.
A tutto ciò si aggiunge l'inutilità dell'ascolto dei discorsi, spesso compresi al 5% con l'obbligo di abortire lo sbadiglio, gesto pericolosissimo già condannato dal galateo.
Che dire delle signore ancorate a status simbol obsoleti e incivili come le pellicce? Lunghe, folte e sempre meno minimal... alla faccia dell'innalzamento delle temperature planetarie e dell'effetto serra!
La vita di "quelli che contano" è come il palcoscenico del teatro. Passerelle fino alla chiusura del sipario, poi ognuno riacchiappa le proprie miserie e tanto illuso quanto ingannato se ne torna a casa!
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