Un amico sincero
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...che si trovano a Ravenna, i vec, volevo dire, gli anziani abbarbicati alle loro scaranne del bar Roma che sputano sentenze moralizzatrici, "ah, saifòs me a e gveran!", impiegati modello di banca che filano a sorbirsi i caffè, i caffè? Guardo l'Orologio della Torre della b. N. l, sono le undici e tre quarti, forse prenderanno l'aperitivo! Bè, l'importante per i bancari ed i banchieri, l'importante è andare al bar, dopo vedranno loro cosa farsi mettere sul conto. Poi un brulicare di biciclette, che noi romagnoli andiamo molto in bicicletta, un po' alla "sparnazzona", è vero, ma ci andiamo. Ogni tanto andiamo sotto a qualcosa di grosso e ci facciamo ammazzare, che dopo il Prefetto s'incazza che noi ciclisti siamo dei maleducati prepotenti. Anche a Ferrara adoperano tantissimo le biciclette, ma là non so se vanno sotto. Svolgo lo sguardo a destra e incontro gli occhi di una, di una vecchia signora dimessa e trasandata, magra, povera, piccola, capelli bianchi, viso grinzito e sbiadito, con una sigaretta già fumata a metà in bocca, ma mi sorride e i suoi occhi non sono poi così vecchi. Le dico "buongiorno signora" e vorrei che non morisse mai! Lei mi saluta brevemente con ... [segue »]
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