Apologia di Cyrano
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T'ho amata, col cuore di chi sa, che non potrà mai specchiarsi nei tuoi occhi, t'ho amata, con la mente, lucida, di chi comprende, che il fato o la sorte gli sono avversi, t'ho amata, col corpo di chi comprende i propri limiti. T'ho amata.
Ma cos'è l'amore, se non il cercare di rendere felice l'altra persona?
Tu con me, saresti stata realmente felice?
Solo il tempo mi ha fatto capire, che tu con me saresti stata felice.
Tempo amaro per alcuni, agrodolce per me perché ti vedevo soddisfatta, di un amore fasullo solo ai miei occhi.
Cristiano era l'amante perfetto, fisico statuario, voce da tenore, ma non sapeva esprimere quello che realmente provava. Io era la mente perfetta dell'amante perché per te provavo grandi cose che solo a parole riuscivo ad esprimere, e così io l'aiutai, avvolto nel mantello della notte. Le serate che poi diventavano nottate, sotto il tuo balcone, s'è vero che ti hanno ingannato, è vero anche che ti hanno reso felice, e lo ero anch'io.
Il contatto fisico, sì lo anelavo, lo desideravo, lo sognavo, ma dovevo rispettare il patto fatto col mio cuore, farti innamorare di un altro per renderti felice.
Sì morivo dentro, sapendo che ... [segue »]
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