Caldo
Provai a non pensarci, ma ora che era a pochi passi da me, mi accorsi che incrociare il suo sguardo mi faceva l'effetto di sempre.
Lentamente mi allontanai, gli occhi bassi erano fissi sulle piastrelle mentre si annebbiavano di ricordi. Provai a scacciarli con le mani umide, ma rimasero attaccati fra palpebra e pupilla.
Li avevo davanti, ricordi sudati, ricordi e corpi, bagnati ed indivisibili.
Sentivo il suo sguardo su di me, indagatore, incerto.
volevo scappare ancora, chiudere quella porta alle mie spalle, anzi sbatterla, e dimenticare tutto definitivamente.
Eppure rimasi lì. Immobile o quasi, ascoltando nel silenzio della stanza solo il battito del mio cuore diventare irregolare.
Non credevo che sarei potuta tornare con lui, e fino a quando non aveva suonato al campanello, credevo anche di averlo dimenticato.
I contorni del suo viso si erano fatti leggeri nella mia mente ma ora che era davanti a me, nel guardarlo lo ritrovai più bello di sempre. I capelli spettinati, la barba sfatta, la bocca serrata: era lui, era lui quello che negli ultimi mesi avevo ricercato in ogni altro ragazzo senza rendermene conto.
Richiusi gli occhi, non ci fu più nebbia ma le sue labbra sulle mie, le mani intrecciate. Il caldo mi tolse il respiro, e non erano i venti gradi di quella sera, il caldo, per me, ancora una volta era lui.
Composto domenica 26 agosto 2012
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