Il mio metrò
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Mi guardo nello specchio e vedo la mia immagine riflessa: capelli schiariti dalla salsedine, occhi invecchiati, stanchi, dalle amarezze che mi ha portato la vita. Non voglio più guardarmi nello specchio. Mi volto e decido di andare per la strada. C'è un vento freddo fuori, che mia sveglia e mi schiaffeggia, non sa essere meno crudele. Cerco di non pensare al vento, ma al resto della strada che devo ancora percorrere. Sulla strada le macchine vanno così veloci, tanto da sembrare che scappino da qualcosa. Forse una di quelle macchine sono io, che voglio scappare da me stessa, da ciò che mi circonda. Il vento si tranquillizza e al suo posto c'è la pioggia, che accarezza la mia testa senza chiederle il permesso. Per la strada non vedo altro che case, macchine, persone che sembrano essere parte di un film in bianco in nero, in quello sfondo manca il protagonista, il mio protagonista, che con la sua arte mi rubò il cuore e lo nascose nelle segrete della sua anima, buttando la chiave per non farlo scappare. Che sciocco ad aver pensato che potesse scappare. Forse non si fidava della sua lealtà, forse non si fidava delle sue parole, forse ... [segue »]
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