Li sentivo che facevano l'amore
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...pieno di peli nel mio sportello. Una sera la lite fu tanto furiosa che lui andò a dormire sul divano, urlando come un dannato e sbattendo la porta della camera e lasciando lei a piangere. A volte, una cucina è una distanza insormontabile tra due amanti. Volevo prendere a testate il muro. Avevano una casa piccolina, ma l'avevano, erano giovani, lavoravano entrambi, guadagnavano insieme, si dividevano gli amici, si lasciavano a casa da soli per dividersi gli spazi o si guardavano film. Lei vestiva di fiori e lui dipingeva. Lei metteva solo il rossetto, lui sempre la cravatta. Erano poesia. E litigavano per le mutande per terra. Per l'armadio aperto. Per la finestra chiusa male. A 33 anni. Con tutta la vita davanti. Li sentivo che facevano l'amore. Ma penso che quella sera volessero tanto farsi sentire quanto invece avrebbero desiderato che tutta l'ala del palazzo non avesse sentito i loro litigi. Non parlavano e non urlavano. Ansimavano e rantolavano. Come due animali. Io immaginavo, immaginavo i fiori aprirsi e la cravatta slacciarsi. Li vedevo aggrapparsi l'un l'altro, quella sera. Il letto ballava ma loro erano più veloci e più fermi di lui. Io lo so che la cravatta avvolgeva il fiore quella notte. Si stavano riconciliando. Stavano facendo pace sostenendosi alle loro mani, alle spalle, ai capelli, al viso, alle labbra. S'incatenavano liberi, giurando di non farsi mai più cadere.
Composto lunedì 9 aprile 2012
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