Stavo seguendo il volo rapido ed elegante di un merlo, che finì sul ramo più alto di un secolare pino marittimo della campagna toscana.
Era, finalmente, una bella e calda giornata, una delle poche godute, in un'estate avara di colori.
Non avevo più con me il pensiero di te.
O forse, era solo così lontano da considerarlo diviso dalla mente e dal cuore.
Così lontani i nostri cuori, come fossero vissuti in epoche diverse, tanto da non riconoscersi nell'Amore.
Il nostro.
Gettato via, spesso non voluto, non cercato, non desiderato.
Questa l'evidenza e quale ragione ci fosse mai stata per tenerci lontani, mai l'avremmo saputa.
Per il poco coraggio di non essere sé stessi.
Per la risoluta vigliaccheria di non perdersi insieme.
Cominciavo a capire che non sempre le cose vanno come noi vogliamo.
Ricordavo il suo respiro ansimante, nei momenti dell'Amore.
Tutti gli indimenticabili attimi, da buttare come una goccia di colore in un'acqua trasparente.
Il colore si sparge nell'acqua, che sempre più si colora, con una gradazione dalle mille sfumature.
In quell'acqua, era come guardare la vita che sfugge, compagna della mia malinconia.
Amica di ogni dove.
Credo che la malinconia sia una parola a cui ognuno dà un significato diverso.
Dipende a quale emozione o sentimento è riferita.
E solo noi, conosciamo i nostri intrinsechi e reali significati.
Si stava facendo sera e l'aria cominciava ad essere più fresca.
Ma la notte, in avvicinamento, era per me come una possente spada che si cala inesorabilmente sulla testa di un nemico.
Forse solo un'ingiustizia poco compensatrice, per il mio sensibile cuore.
O un'ambigua nemesi, per la mia Anima che voleva amarti.
Fino alla fine del mondo.
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