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Diede un ultimo sguardo intorno.
Tutto, era ancora così dentro di lui, da pensare di non poterlo escludere, mai, da sé.
Lei era seduta lì, come fosse estranea, ormai, ad una qualunque situazione li riguardasse.
Con il viso incolore, come se nulla potesse toccarla.
La invidiavo, era sempre stata padrona delle proprie emozioni.
Sapeva muoversi, negli stati della vita, sempre in modo elegante, con contorni quasi distaccati.
Eravamo l'esatto opposto.
Nell'oggi, non so davvero se riuscirò mai a raggiungere una serenità interiore, ripensando a lei.
Nel pensare alla nostra vita passata.
A quando stare abbracciati in silenzio mi trasmetteva una tranquillità sconosciuta.
Forse è più importante di tutto il resto.
Avere un cielo aperto sopra di sé, senza provare l'agghiacciante sensazione, che tutto ciò possa schiacciarti.
E credere di avere una possibilità di scampo.
O, forse, è solo la paura di continuare a vivere, senza la consapevolezza di poter entrare in quella vastità azzurra e di sentirla pienamente.
Ci guardammo, senza parlare.
Con sguardi diversi.
E allora, come un dilaniante istinto, ricordai quando, baciandola lungamente ed appassionatamente, le dissi con quanta aspirazione e nostalgia, avrei voluto starle sul cuore, in modo eterno.
Con la voglia irrefrenabile di proteggerla dal mondo.... [segue »]
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