Cerco di calmare i miei spasmi d'animo ma non ci riesco, sono assuefatto dal tuo ricordo perenne anche se sono stati attimi. Attimi di gioia, di adorazione pura per il tuo animo. Non riesco a fermarmi, ho bisogno di scrivere quello che sento, anche se sbriciolare le parole serve a ben poco. Mi sono denudato al tuo essere come tu hai fatto lo stesso per me, era un'immagine celestiale, nota solo a chi ha fugato la morte tanto da esserne immortale per qualche istante, passando notti con chi gli aveva rapito l'anima. Le parole sono povere e non si riesce a descrivere fino in fondo ciò che si vuole davvero far carpire al mondo intero. Sono spoglio ormai delle mie emozioni, sapendo che non ci si può protrarre ulteriormente in questo percorso. La differenza di epoche tra noi due c'è, ma il tutt'uno del resto fa scemare la volgare comprensione che potrebbe avere il mondo nei nostri confronti. Adesso sono qui, come chi ha il potere di essere al di sopra del tempo, si ferma, sa di essere un compagno selettivo o un assassino che tenta in vano di uccidere il resto che ci rimane. Una passione che non può nascere e che non può avere un continuo, eppure continua in una modo estraneo alle masse, incontrollabile nella sua razionalità peccaminosa. Quanto vorrei peccare in modo ossesso e senza limiti, sarebbe una continua reincarnazione, una continua rinascita, ma non c'è modo di voler affermare il tutto. Sembra di stare in un purgatorio, lì in attesa di essere indirizzati dove meritiamo, tentiamo di essere estranei (volutamente estranei).
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