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Guardare un gabbiano volare in città, dà un senso di leggera imposizione. E potrei pensare al perché un essere così libero non vola sopra di un limpido mare. Forse non gli importa della grande ricchezza che possiede ed è pieno della sua certezza. Quella di poter andare via. Quando gli pare. Prendimi con te, senza avvisarmi di nessun inevitabile destino. Scenderà la pioggia, ma quando scenderà tu che mi guarderai lassù, avrai un tremito per la silenziosa paura di rimanere da sola con gli occhi rivolti al cielo. Come una passione che all'improvviso senti inutile. Ma tu sai, che in certe anime rimane sempre una traccia del passaggio. Come è nato l'amore, perché quando nasce sembra un firmamento di stelle e di pianeti che girano attorno a due cuori innamorati. Senza nessun svago, quando nella propria vita rimane un piccolo residuo dell'incantesimo provato. Con la mia solitudine che tu mi hai regalato, guardo il volteggiare malinconico del gabbiano sopra di me. In un cielo che non so più leggere. Torna da me, non mi riconosceresti. Non sono più quello che ama, non più quello che ti ha amata di un amore inconsapevole di noi. Forse ne avresti timore. Di riconoscere ... [segue »]
dal libro "A qualche occhiata dal cuore" di Giorgio Baiardi
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