We'll come back
Scegli la pagina:
Eva si tolse la cuffietta, ormai sporca, come sentiva essere tutto il suo corpo, dopo dodici ore di lavoro ininterrotte. Gliene mancavano ancora quattro, ma sentiva il bisogno di una pausa, seppur minima, da tutto quello. Entrò nella stanza dei medici, che trovò deserta. Afferrò una bottiglietta d'acqua naturale dal frigorifero e la aprì, bevendo con voracità, da quante ore non toccava dell'acqua? Poggiò la schiena contro il muro, esausta, crollando a sedere a terra. Quell'incubo sembrava non finire mai. Erano giorni tutti uguali tra di loro, Eva non aveva idea se fosse giorno oppure notte, i malati erano sempre di più, troppi morivano, pochi guarivano, non c'era un accenno di speranza tra i suoi colleghi, tra gli infermieri, i pazienti. Non pensava, quando era diventata medico, che avrebbe mai affrontato una epidemia del genere. Nessuno le aveva mai detto che si sarebbe sentita così impotente. Socchiuse gli occhi, non riuscendo ad evitarlo, tenendo però ben in mente che non poteva assolutamente permettersi di addormentarsi.
"Hey, sei qui?"
Non aveva sentito la porta aprirsi. Alzò lo sguardo, di malavoglia, quando riconobbe Tommaso. Sorrise.
"Ciao"
Tommaso si avvicinò a lei, sedendosi, distrutto a sua volta.
"Posso?" Le chiese, indicando l'acqua. Eva gli passò ... [segue »]
Composto mercoledì 15 aprile 2020
Leggi un altro Racconto Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti