Tratto da un mio libro
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...sei?" Chiesi piano.
"Saresti disposta a scendere ora? Spiegartelo così mi farà di certo male al collo!"
Dopo qualche secondo in cui entrambi non facevamo che guardarci annuii e cominciai a scendere frettolosamente le scale. Non sembravo una stupida che si butta nelle mani di uno stalker, piuttosto sentivo come se stessi tornando da qualcuno che non vedevo da tempo. Il cuore mi batteva nel petto sempre più veloce. Nathan, Nathan. Avrebbe dovuto darmi molte spiegazioni per dare un senso alle mie gambe molli e a quello stupido sorriso entusiasta che ora si allargava sul mio viso. Mi mancava il fiato dalla felicità, che forse solo il mio cuore sapeva spiegare. Ma io non riuscivo a sentirlo, il suono era ovattato dalla confusione della mia testa.
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