"Non so come spiegare di Bill e me", ripresi. "Non so neppure se esiste un linguaggio per farlo. Con lui, avevo una sensazione di unicità assoluta. Non parlo del vecchio cliché dei due amanti che sono una cosa sola, quanto dell'impressione che i gesti di Bill esplodessero dalle mie mani, che avrei potuto entrare nel suo corpo con la stessa facilità con cui attraverso una tenda di perline. Era il mio elisir, la mia droga. Sapevo che era sbagliato pensare all'uomo che amavo come a una droga, ma era davvero così. Lui mi cantava nel sangue. Mi toccava, ed era come una ninnananna. Tirava fuori parole dalle mie labbra silenziose. Quando si è amati in questo modo, diventare egoisti è inevitabile. È inevitabile chiedersi come si sopravviverà quando un amore così non c'è più."
dal libro "Il sale sulle labbra" di Jenn Crowell
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