Cara Beatrice, come stai?
L'altro giorno ti ho rivista a scuola, ti ho sorriso e tu mi hai sorriso. Non so se ti ricordi. Ecco, quello sono io. Quello con i capelli da pazzo: Leo. Ti scrivo perché voglio essere con te in questo momento. Non so bene cosa si debba dire in certe circostanze. Se devo fare finta di non sapere che stai male, se devo fare finta che non mi piaci... Insomma, non ci riesco a fare finta. E così ti ho già detto tutto: Tu stai male, ti ho donato il sangue, mi piaci. Adesso posso parlare più liberamente, perché ho finito con le cose importanti. Quelle che uno deve dire per forza, perché se non le dice finge e se finge ci sta male. Io invece con te voglio essere sincera, perché tu sei parte di un sogno. Come ci dice il prof Sognatore. Cioè, non è che faccia Sognatore di cognome, ma è quello che sostituisce l'Argentieri, e siccome parla sempre di sogni lo abbiamo soprannominato così. Io lo sto cercando il mio sogno. Il segreto è porre le domande giuste alle cose e alle persone che ci stanno a cuore e stare a sentire cosa il cuore ci risponde. E tu hai un sogno? Ci hai mai pensato? Ti mando un forte abbraccio e spero di avere presto tue notizie.
Leo, di prima d.
dal libro "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'Avenia
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