Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...di cui sopra. Il visore della farmacia riportava l’ora, e la temperatura; erano passati i primi minuti del nuovo giorno, e faceva un freddo cane. Quella notte, la luna e le stelle stuzzicavano la voglia di addentarle; sembravano inzuppate nel latte, imbevutene fino al rammollimento. Fino a non poterne più assorbire neppure una stilla; tanto che gocce di latte cominciarono a piovere dal cielo, colorandolo di bianco, un bianco intenso e fitto nelle cui maglie strette s’intravedeva di sfuggita il buio taciturno della notte. Il suo mistero era sconfitto dall’ovatta soffice e leggera che scendeva dalle nuvole; fiocchi di neve a cascata, dimensione e forma da fette di limone galleggianti nel Martini. Batuffoli di bambagia, scappati dalle scatoline quadrate nascoste in fondo ai cassetti -dentro gli anelli, le gemme rare, le pietre preziose-: planavano nel palmo della mano aperta, e ci si assopivano. Senza sciogliersi. E senza che i polpastrelli facessero le grinze, per il freddo; i batuffoli di neve si portavano appresso il gelo di dicembre, ma non solo: si portavano dietro anche il calore che il Jazz Club sprigionava, ogni notte mandata in terra dal buon Dio. Era un calore singolare, dovuto alla passione, all’energia, all’entusiasmo, che scaturivano ... [segue »]

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