Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...mi ero incollato al vetro, risparmiandomi ulteriori capate. Il matto non era poi così fuori di testa; sempre scandagliandolo grazie al labiale, scoprii con chi ce l’aveva: nomi e cognomi, titoli e qualifiche, nomignoli e soprannomi, cariche ed incarichi. Erano i soliti noti, il generone alla guida di una città -la mia- da esso sistematicamente condannata ad occupare gli ultimi posti, nell’annuale classifica di vivibilità dei comuni italiani; il regalo di Natale che la classe dirigente consegnava ogni anno, senz’altra fatica, per il ritiro, se non lo sfogliare un qualsiasi quotidiano a tiratura nazionale. Il degno elenco dei centri vivibili, e - soprattutto- l’infame lista di quelli che non lo erano (tanto o punto), venivano pubblicati su ciascuno di essi.

La collezione di bottiglie di birra vuote, e di cartoni per la pizza margherita dai quali il profumo del forno a legna era svaporato da ore, si arricchiva di nuovi pezzi, a scadenze regolari di ventiquattr’ore. La fila di bottiglie si allungava ordinatamente lungo il muro della cucina, ed era indecisa se svoltare a destra, oppure a sinistra, raggiunta la porta: avevo a disposizione un tinello, mica il salone per le feste del castello. I cartoni fungevano da cuscinetto, serrati ... [segue »]

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