Il "paradosso" della felicità...
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...seguiranno non faranno che allontanarci sempre di più dal nostro desiderato traguardo!
"Non è quanto si possiede, ma quanto si assapora a fare la felicità" (Chareles Spurgeon, predicatore battista britannico).
Se la "socialità", quindi, è il primo ostacolo alla nostra felicità, allo stesso tempo non è dato all'uomo altra via che ricercare la felicità in comunione con i propri simili: la felicità, infatti, è l'unico bene che si moltiplica - piuttosto che ridursi - condividendolo con gli altri!
Il paradosso conclusivo cui giungiamo, allora, è che:
- se, da un lato, l'unico uomo in grado di raggiungere una piena e perpetua felicità sarebbe l'uomo "unico" (nel senso di solo sulla faccia della Terra);
- dall'altro lato, un uomo solo, anche se felice, sarebbe condannato all'infelicità!
Per questo non possiamo che riporporre il nostro interrogativo iniziale: ma la felicità è davvero alla portata degli uomini?
La risposta la lascio ad ognuno di voi, ricordando qui chi una risposta se l'è di certo data: "c'è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per esser felici..." (Arthur Schopenhauer).
Come tentare di esser felici?
"Non esiste una strada verso la felicità. La felicità è la strada!" (Buddha)
Certamente non esiste "una" via per la felicità - ... [segue »]
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