Il sistema è stato pensato e studiato proprio così, per incatenarci, per renderci i volontari portatori di un giogo che distrugge il corpo e la mente. Produrre e consumare, vendere e comprare. Questa è la vita? E la libertà? La felicità? Ce le siamo dimenticate? A questo punto la domanda sorge spontanea: che cosa nasciamo a fare? Per pagare? Per far star bene i Signori? E a noi cosa resta?
Nemmeno il ricordo felice di una vita degna di essere vissuta?
Lavoratori, creditori, debitori, professori, pecoroni.
Non siamo altro che categorie.
Ci siamo dimenticati che facciamo parte di una categoria ben più nobile, di una categoria rara, anzi forse la più rara dell'universo: Esseri umani, Umanità.
Dovremmo alzarci in piedi e gridare, rivendicare il nostro diritto a libertà e felicità, il diritto alla vita, il diritto degli esseri consapevoli che sanno di vivere nel più incredibile dei misteri: la vita nell'universo.
Composto mercoledì 27 gennaio 2016
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