In passerella senza i piaceri della carne
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Verso il mondo della moda nutro già in partenza un pregiudizio (stupido, come tutti i pregiudizi).
Sul senso, figuriamoci sullo svolgimento. E i fatti tragici di questi giorni mi prestano il fianco. Le donne hanno una percezione del loro corpo deformata, quella che rimanda loro uno specchio oppure, praticamente, quella che le fa entrare in una taglia.
Noi uomini vediamo altro. L'assunto trova conferma anche nelle numerose signore e signorine non modelle sempre un po' a dieta. Diete che spesso fatichi a spiegarti, guardandole e spesso apprezzandone la cosiddetta linea. Pure abbondante.
Credo realmente che siamo quello che mangiamo. E sarebbe molto più efficace specchiarsi nel cibo che scegliamo, piuttosto che nella nostra immagine riflessa.
Ognuno dentro di sé ha un vuoto, ha scritto Marco Lodoli. E allora siamo contenitori. E a me, a tavola,
anche il declinare il dolce, l'evitare
la scarpetta in un intingolo sublime per non toccare il pane appaiono già gesti di grande malinconia. Che uccidono l'eros.
Cosa c'entra? C'entra sempre, quando c'è un corpo di mezzo. Il piacere della carne - intendo quello che apprezzano anche i vegetariani - ci dimostra vivi, non ha grande confidenza con la rinuncia e tanto meno con gli spigoli.
Non ... [segue »]
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