Scritto da: Tommaso Mazzoni

Uomo nudo


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...di essi paradisi, gli portano pari pari il corpo in carne e ossa sottoterra.
La forte speranza fa però talvolta scattare qualcosa che neppure l'uomo capisce, proprio perché forse non è stato programmato in tal senso, e non è pertanto in grado, o perlomeno non ancora in grado, di capire (1).
E l'uomo, soltanto l'uomo, di moto proprio o convinto da altri, si spinge in avanti andando ad abbracciare religioni e superstizioni - lo split, la divisione della serie dei credi è nota (2) -, contenute entro la gamma più vasta di tutto ciò che la fantasia dell'uomo era fino ad allora riuscito ad immaginare, a puntigliosamente descrivere e costruire con la fantasia.
Sia ben chiaro che non intendo in questa sede, come si suol dire, di entrare in merito al fatto che, in fatto di divinità, si tratti di intuizioni dell'uomo di Realtà esistenti o di costruzioni dovute alla sua pura fantasia per soddisfare l'esigenza di un Dio assente del quale taluno può avvertire la mancanza. Del resto su questo argomento ho già scritto qualcosa sia in "Ingiustizie della Natura" che in "i Narcotizzati", entrambi dal libro "Così il Tempo Presente".

Il rifugio, cui ricorrere per riuscire a sopravvivere ... [segue »]
Composto mercoledì 30 ottobre 1996

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    Scritto da: Tommaso Mazzoni
    Riferimento:
    (1) - "(...)è come se un cane speculasse sulla mente di Newton, ha detto Nietzsche. E anche Virginia Woolf ci dice, riferendosi però alla morte di Goldie Lowes Dickinson: (...)potremmo essere come vermi schiacciati da una macchina; che cosa sa il verme della macchina, di come è fatta? Può darsi che una ragione ci sia; se c'è, non è una ragione che noi, in quanto
    esseri umani, possiamo afferrare". La citazione l'aggiunsi alla lirica "Il mio Gattino", nel mio libro dal titolo "Il Rifugio nell'Anima"; qui l'ho riportata per comodità di comprensione.
    (2) - Da tutte le fedi confessate, alcune - forse le più affini fra di loro - furono definite, relegate (da relìgo) entro quella che fu chiamata religione, dal predetto verbo latino. Le altre fedi non definite si trovarono perciò fuori, al disopra di quella sorta di contenitore. In altre parole, superstavano. È derivato da questo verbo il sostantivo "superstizione" (latino superstitio, che al plurale, superstitiones, significava peraltro anche "usanze religiose non romane".
    (3) - Del resto, come attendersi una risposta da me? Newton perlomeno è riuscito a arrampicarsi sulle spalle di qualche "gigante", evidentemente. Al contrario, le mie "mani", e non solo queste, mi sono toccate alquanto debolucce...
    Se il discorso sui giganti non risultasse chiaro, vi ricordo quanto, il 5 febbraio 1675, Newton (1642-1727, aveva da poco compiuti i 33 anni) ebbe a scrivere (da "Lettere" ) a Robert Hooke: "Se ho visto più lontano, ho potuto farlo stando in piedi sulle spalle di giganti".
    Il matematico, fisico, astronomo e naturalista inglese Robert Hooke (1635-1702) - lasciate che aggiunga questa ulteriore nota -, tra le svariate invenzioni e studi, di cui si giovò Newton stesso e con cui entrò in conflitto a proposito della priorità della scoperta sulla gravitazione universale, introdusse per primo il nome "cellula" in quanto piccola cavità, piccola cella, appunto (sebbene il tuorlo dell'uovo degli uccelli, ad esempio, non sarebbe poi tanto piccolo!) Il particolare interessante del nome dato alle cavità che stava studiando sta infatti a confermare come questo scienziato si sia mostrato attento alle proprie ricerche. Ma il suo nome non mi risulta così altisonante come il suo collega/rivale Newton benché Hooke sia stato assistente del fisico (di origine irlandese) Robert Boyle a Cambridge (ma su cui non mi soffermo), nonché Membro della Royal Society.

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