Unti e felici
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...e comunque, senza arrestarsi. Unici esenti erano gli animali selvatici e di compagnia che non si ammalavano. Cani e gatti avevano però modificato le loro abitudini nei confronti dei padroni, da cui ora cercavano meno carezze e attenzioni, rimanendo a debita distanza, schifati da quella insana materia oleosa che vedevano cadere dalle loro teste e che spesso li faceva scivolare sui pavimenti di casa.
Fu stabilito scientificamente, che l'evoluzione della malattia si fermava nel momento in cui la forfora era prodotta in forma liquida, ma purtroppo queste modificazioni erano irreversibili, cioè non si tornava indietro. Preso atto dolorosamente di queste notizie, la gente all'inizio cadde in depressione, soprattutto le donne abituate a curarsi e dare molta importanza al loro aspetto estetico, ma a poco a poco ognuno riuscì a convivere con la malattia, che coinvolgeva tutti allo stesso modo e proprio questo colpire tutti indistintamente, ricchi poveri belli brutti giovani vecchi uomini e donne, fu un vantaggio per la società stessa, appianando differenze culturali, economiche o estetiche, accomunando tutti nella sventura, difficile da accettare, ma che avvicinava le persone, rese unte, sporche e sgradevoli da questo beffardo virus.
Uno studioso tedesco inoltre, scopri che la forfora liquida prodotta da ogni cittadino del mondo in quantità notevoli, se raccolta e riciclata con un procedimento industriale, era adatta ad alimentare mezzi di locomozione, ciò fece in modo di affrancarsi dai combustibili fossili e distribuire una insperata ricchezza alle persone ricompensate economicamente in rapporto a quanto riciclato.
Il pianeta Terra, unto e felice, dava opportunità e e benessere a tutti e mai come adesso anche se un po' sgocciolante, era il miglior mondo possibile.
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